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#News   venerdì 6 dicembre 2013
Leoluca Orlando: "Ecco perché ho scelto Tebow"

Da Playbook, il blog di Giovanni Marino su repubblica.it (http://marino.blogautore.repubblica.it/2013/12/05/orlando-tebow-campione-di-armonia-e-valori-la-nostra-iniziativa-mostra-quanto-sia-cresciuto-il-football-in-italia/

“La nostra offerta a un campione di valori e di sport come Tim Tebow dimostra quanto sia diventato credibile il movimento del football italiano. Appena un paio di anni fa una cosa del genere non sarebbe stata neppure pensabile. Ma oggi la Fidaf è cresciuta in tutte le sue componenti, al punto, anche, da attrarre sponsor che possono avanzare proposte economicamente importanti ad atleti di questo riconosciuto livello”.

La credibilità del football italiano, della Fidaf che il sindaco di Palermo (tra i politici italiani più conosciuti all’estero, grande amico di Hilary Clinton, spesso impegnato in lezioni universitarie tra il Messico, gli Usa  e il Canada, fresco vincitore del prestigioso premio “Sostenibilità” consegnatogli a Dusseldorf) presiede, è il concetto che più gli sta a cuore. E che, nell’intervista a Playbook, con Repubblica.it, ripete più volte.

Leoluca Orlando, Tim Tebow è un personaggio a tutto tondo, ha una storia incredibilee un seguito oceanico, venisse a giocare in Italia non basterebbe San Siro…

“Verissimo. La scelta di Tebow non è casuale: tutta la sua giovane esistenza, il suo impegno verso il prossimo, la sua lealtà, il suo coraggio e sì, anche la sua fede, che poi si traduce in carisma, leadership, ostinazione positiva a raggiungere un risultato, si sposano perfettamente con il mio concetto di football e di sport. Il football, come già dissi proprio a Repubblica.it, (QUI la precedente intervista)  non è una rissa da saloon come spesso viene rappresentata ma una disciplina dove strategia, fantasia, tattica, coraggio, intraprendenza e solidarietà, si uniscono a una straordinaria fisicità in un mix irripetibile. E’ l’unico vero sport di squadra: se uno solo degli undici giocatori in attacco o in difesa non si sacrifica per il suo compagno l’azione fallisce miseramente. Nei miei viaggi negli States ho imparato a conoscerlo, da quando guido la federezione e vedo la passione dei nostri giocatori, dei nostri tecnici e dei nostri dirigenti ho capito in toto il significato più profondo della parola sport”.

Tebow, dice una ricerca su internet, è il nome più cliccato negli Stati Uniti per l’intero 2013. E questo nonostante sia attualmente senza squadra. Ben tre prestigiosinetwork televisivi gli hanno offerto (a suon di dollari) di commentare il campionato universitario. Altre leghe vorrebbero accaparrarselo…

“Ho capito, ho capito. E qui in Federazione tutti sappiamo che sarà molto difficile. Ma noi gli proponiamo qualcosa di più, qualcosa di diverso, qualcosa che certamente fa parte del suo essere: in Italia, oltre a scendere in campo, il quarterback  andrà nelle scuole e nelle università a spiegare il football e i suoi valori sportivi e sociali. Potrà incontrare centinaia di giovani, lui, campione dei giovani con l’Heisman Trophy che conquistò come miglior giocatore di college, parlare con loro, confrontarsi. E far conoscere il football a chi non lo conosce o a chi lo conosce nei termini sbagliati, spesso solo negativi, con cui alcuni media lo descrivono. Questo, unito a un periodo in Europa e in Italia, una esperienza diversa e, con un po’ di orgoglio e presunzione europea, direi unica per chiunque arrivi da Oltreoceano. Inoltre, se  dicesse no, in ogni caso avremmo raggiunto comunque il risultato di farci conoscere anche nella patria della palla ovale e di aver fatto parlare di noi a livello internazionale. Con qualcosa di ambizioso e costruttivo. Dunque, in ogni caso, avremo raggiunto un effetto positivo”.

Sia sincero, cosa è più difficile: risollevare Palermo dai secolari problemi che ne frenano lo sviluppo e ne umiliano l’innegabile bellezza, o vedere Tim Tebow giocare nel campionato italiano di football americano?

“Sono entrambe due lucide follie. Una lucida follia mi ha riportato a guidare il Comune della mia città, un’altra mi spinge a chiedere a un campione come Tebow, che appena due anni fa portò i Denver Broncos a un passo dal Super Bowl e stupì la Nfl, di venire da noi. Non lo nego, due lucide follie. Ma, un momento, io ci credo alle lucide follie. E ci crederò fino alla fine di entrambe le esperienze. In fondo un po’ Tim e io ci somigliamo: quando vogliamo raggiungere un obiettivo lo perseguiamo con ferrea, incrollabile, fede”.